Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Noi di MARCIANO ARTE appoggiamo l'associazione ALMA MUNDI perché conosciamo direttamente questo gruppo di persone e abbiamo potuto constatare il loro quotidiano e concreto impegno. Speriamo tu possa fare come noi con una piccola donazione o cedendo loro il tuo 5 per 1000. Di seguito la loro presentazione: "Siamo un gruppo di persone che condividono un sogno, un ideale, quello di lottare contro l'indifferenza sempre più diffusa e generalizzata ad ogni livello e senza più alcuna distinzione. Persone che hanno deciso di rinunciare ad una piccola parte del loro egoismo, dedicando qualcosa del loro tempo e delle risorse per un progetto sano e umanitario. Aiutare gli altri a crescere, a sorridere, perché pensiamo che crescere da soli mentre intorno a noi, altri uomini si umiliano, tra degrado, sofferenza e indifferenza sia una perdita per l'intera umanità. Perché pensiamo che crescere i nostri figli, in un mondo di miseria e di squallore non sia progresso e non sia civiltà. Perché pensiamo che non vi è alcun merito nel godere di una vita di agi e ricchezza, resistendo compassati e indifferenti innanzi alle lacrime e all'ingiustizia". Per ogni tua liberalità e donazione: Associazione Alma Mundi O.N.L.U.S. C.F. 95074960634 Via A. Scarlatti n. 209/G - 80127 - Napoli - Italy - Tel/pbx +39/081.5585028 Coordinate bancarie dell'associazione: CREDEM AG. 9 - NAPOLI/ ABI 03032 - CAB 03413 - C/C N. 3563 - O.N.L.U.S. ALMA MUNDI. www.almamundi.it
Superare le barriere fisiche e culturali per fondere le bellezze del territorio. Così nasce l’incontro tra arte contemporanea e cibo che, dal 16 al 18 settembre, si mescoleranno nel Palazzo Reale di Portici dando vita alla rassegna “Visi Comunicanti”. La mostra-evento progettata dall’Associazione ArteNapolidaMangiare e promossa da Tess Costa del Vesuvio, Comune di Portici, Parco Nazionale del Vesuvio e Regione Campania, ha come obiettivo la valorizzazione delle tipicità del territorio partenopeo in relazione al panorama artistico e culturale campano. Gli artisti che parteciperanno agli “eventi” utilizzeranno il cibo come materia d’ arte. «L’arte contemporanea – spiegano i promotori della manifestazione – intende dialogare con il cibo del territorio, dalle pendici del vulcano al mare, unitamente alle sue tradizioni millenarie. Un’idea nuova per Portici che senza dubbio rappresenta un’importante operazione di valorizzazione culturale e che prevede anche una sezione fotografica, affidata agli allievi dell’Istituto Ipia Enriques di Portici, che si propone di esplorare il nesso socio-culturale che esiste tra uomo e risorsa mare, sia in quanto cibo sia come opportunità di impiego e di sviluppo». L’Associazione ArteNapolidaMangiare, ideatrice promotrice dell’evento, organizza eventi studiati in base alle esigenze delle realtà sociali e storiche del territorio, promuovendo al contempo la valorizzazione dei prodotti tipici campani e nazionali e la conoscenza del “cibo” inteso come valore culturale e materia d’arte. A conclusione del Convegno di apertura sul tema “Il cibo del Mare e i profumi del Vesuviano” seguirà, alle ore 11.30 presso la sala del Piano Nobile, la performance: Il cibo diventa opera e il “giusto” vino accompagna l’evento, in collaborazione con il laboratorio Terre Blu di Giuseppe Coppola e le Aziende del Parco. “L’arte nell’arte” gli Chef: Mario Avallone (La Stanza del Gusto), Nando Salemme (Abraxas Osteria), Giuseppe Daddio (Locanda delle Trame), affiancheranno gli artisti per i piatti d’arte. Alle ore 17.30 nella Sala Cinese si terrà la performance: “le Fumarole del Gusto”, a cura di Lello Capano. Seguiranno poi video-proiezioni a cura di Santiago Faraone Mennella e visite guidate alla mostra “Visi Comunicanti” dei giovani coordinati da Pellegrino Meoli e alle opere degli artisti: Gabriele Castaldo, Salvio Capuano, Laura Cristinzio, Mario Ricciardi. Presenti anche i lavori dei giovani allievi dell’Istituto Enriques, coordinati da Pellegrino Meoli. L’evento è organizzato da Tess Costa del Vesuvio Spa; con il contributo della Regione Campania; dell’ Ente Parco Nazionale del Vesuvio; dell’assessorato alla Cultura del Comune di Portici e con il patrocinio della Provincia di Napoli e la partecipazione del Dipartimento Scienze degli Alimenti della Facoltà di Agraria.
Dal 23 Maggio il Palazzo della Cultura con il patrocinio del comune di Portici ospita nelle sue sale centrali l'antropologia dell' artista napoletano (15 tele di grosse dimensioni e 15 grafiche con tecnica mista, eseguite tra il 1969 e il 2009). 40 anni per celebrare una vita dedicata all' arte nelle sue espressioni più varie: designer, architetto di interni, pubblicista, illustratore. La tematica prevalente dell'autore è incentrata sulla figura umana nei suoi più svariati atteggiamenti, trattata con pennellate rapide e immediate quasi a voler cogliere a volo ogni suo movimento o vibrazione interiore. I fondi sono fortemente contrastanti a marcare uno stato d'animo spesso agitato o irrequieto, e vengono eseguiti secondo schemi espressionisti post-moderni. Il protagonista della mostra, come suole ricordare, nella sua attività di interior designer usa la pittura come pedana sperimentale per la sua ricerca formale. All'inaugurazione interverrà l'arpista Carmela Cardone in concerto per arpa celtica e flauto, intervallato da letture trecentesche (Petrarca - Dante). Presentazione del catalogo a cura di Cinzia Conese, docente di Lettere e Storia dell'Arte. Ingresso libero. Orario 10-13 16-18 Per informazioni 338 2029147
{autore=starita bruno}
Castel NuovoSala Carlo VNapoli ancora fino al 27 maggio 2009 “Bruno Starita. Incisioni e dintorni”La mostra dedicata all’ artista, considerato universalmente uno dei più grandi incisori contemporanei, vuole essere un omaggio alla sua lunga e complessa attività grazie alla selezione di circa 50 incisioni ( acquaforti, acquatinte, bulini e anche alcune lastre originali) che coprono un arco temporale che va dal 1950 ad oggi ma, nel contempo, allarga lo sguardo anche ad altri campi di ricerca artistica quali la pittura, praticata a fasi alterne, e la fotografia. L’esposizione degli “strumenti di lavoro”, inoltre, conferisce alla mostra anche un interessante tono didattico, unitamente ad un video sulle tecniche curato dallo stesso artista e ad una “video intervista” di Mario Franco, visibili nella Cappella di San Francesco da Paola annessa alla sala. Bruno Starita è nato nel 1933 a Napoli, dove vive e lavora. Fin da giovanissimo si dedica con particolare attenzione alla pratica calcografica. L’attività di incisore, che si accompagna a quella di pittore, prenderà sempre più forza fino a determinare, negli anni ’80, l’abbandono della pittura, con rare eccezioni. Docente di Tecniche dell’Incisione all’ Accademia di Belle Arti di Napoli dal 1969 al 2001, ha al suo attivo un’intensa attività espositiva. Sue opere figurano nelle collezioni stabili di molte istituzioni pubbliche, tra le quali: Civica Raccolta delle Stampe “Bertarelli”, Milano, Castello Sforzesco; Galleria di Arte Grafica Moderna, Ascoli Piceno, Palazzo Malaspina; Pinacoteca Comunale “A. Martini” di Oderzo; Museo di Arte Contemporanea di Patrasso; Accademia di Belle Arti di Perugia; Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del Novecento “G. Bargellini”, Pieve di Cento; Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Napoli; Gabinetto delle Stampe dei Musei Vaticani.
{autore=Emblema Salvatore}
53 Biennale Padiglione della Repubblica Araba Siriana Palazzo Zenobio - Collegio Armeno "STANZA D' ARTISTA" FONDAMENTA DEL SOCCORSO (DORSODURO) 2596 - 30123 Il Museo Emblema è lieto di presentare ai propri Collezionisti la Partecipazione di Salvatore Emblema alla 53° Biennale d 'Arte Contemporanea di Venezia, per il Padiglione Della Repubblica Araba Di Siria. Vernissage: 5 Giugno 2009 ore 18.00 Apertura Al Pubblico: dal 7 Giugno MUSEO EMBLEMA via vecchia campitelli, 37 -80040- Terzigno (Na), tel./fax:0818274081 - info@salvatoreemblema.it
{autore=calibe giustino}
Sono più d'uno i canali comunicativi cui il creativo partenopeo ricorre in quest'esposizione nella gallery di Sabina Albano, da anni connotata da una ricerca avanguardistica di differenti forme d'arte, codici visivi variegati, sintassi pittoriche diverse, mezzi espressivi multiformi, capaci di veicolare i più disparati e interessanti contenuti culturali. E infatti anche la nuova personale di Giustino Calibè non fa difetto in tal senso, proponendosi come una sperimentazione estetica che viaggia su due binari appaiati - i disegni a china, da una parte, e i dipinti, dall'altra - e come felice commistione del segno pittorico e di quello letterario. Ecco spiegato il titolo della mostra, un calembour che gioca con l'ambivalenza della parola 'di-segno', scomposta all'uopo e accostata all'aggettivo 'poetico', per individuare nel verso uno dei protagonisti del viaggio culturale che Calibè fa intraprendere allo spettatore, e per indicare - d'altro canto - l'immancabile presenza del disegno, quale pittura, quadro, dipinto. I temi centrali del corpus espositivo sono semplici e diretti: l'amore, la donna, il binomio arte-natura, argomenti che ricorrono nei componimenti lirici dell'artista e, tanto nei disegni a china, quanto nelle tele. Anzi si rintraccia chiaramente una lineare rispondenza tra il tratto dei disegni e il verso poetico, entrambi sostanziali, essenziali nella loro radicale purezza e immediatezza. Il suono lirico rincorre il tratto e viceversa, le immagini si sublimano in visioni in versi con mutua reciprocità. Nei circa 100 disegni a china su supporto cartaceo A4, che più che altro rappresentano figure (umane o umanoidi) a prima vista indefinite e primigenie, c'è una netta e volontaria sottrazione di colore e particolari, a favore di un tratto semplice, talvolta apparentemente elementare, stilizzato, pronto a giocare col chiaroscuro, con la dicotomia tra pieno e vuoto, bianco e nero, come se l'intento fosse di sfruttare tutta la superficie bianca, limitandola col tratto nero. Di rara raffinatezza e di sicuro impatto questo centinaio di pezzi rivestiranno due intere pareti dell'atelier incorniciate da una sequenza di versi dello stesso Calibè. Brevi componimenti, alcuni più semplici e diretti, altri più criptici ed elaborati, in cui tornano i temi già ricordati come una sorta di improvvisi lirici, versi nudi, ritmici, elettrici, sensazioni estemporanee, spesso ellittici, con contrasti e rispondenze, richiami, allitterazioni e assonanze, che fanno sì che davvero il suono rincorra il tratto, gli si accosti, lo cinga, senza mai poterlo del tutto ingabbiare: la visione del verso si scioglie e si sostanzia nell'immagine del disegno. Così prende vita il "Di-Segno Poetico". La stessa delicatezza e la medesima sensualità muliebre, a tratti accattivanti, a tratti inquiete e stranianti, tornano regine dei dipinti a olio e acrilico. Anche i temi, specie quello portante della figura femminile, si ritrovano nelle grandi teste (due acrilici su tela, 100x100), caratterizzate da una forte tridimensionalità dell'immagine, figlia del puntinismo, su fondi uniformi verde-blue. O ancora in due busti androgini (oli su tela, 70x80), con fondi turchesi e figure arancio. I colori dominanti nei quadri sono per lo più rosso, arancio, rosa, verde, blue e celeste, come in due grossi acrilici su tela (100x120), dove il puntinismo raggiunge l'apice dell'attuale opera di Calibè, accanto a sfumature e connotati ancestrali, primordiali, in taluni casi anche inquietanti, delle icone ritratte, corpi dal sesso spesso indefinito e dalle fattezze al limite dell'umano e della proporzione reale. Lo stesso dicasi per altre 12 opere più piccole (40x50), in cui le tinte sono sempre soft e le figure sembrano emergere da una sorta di nebbia, entrando e uscendo dal fondo della tela in un gioco prospettico, a cominciare dalle cornici che sono di carta e dipinte, in questo caso. Infine, altri due pezzi che riassumono cromaticamente la vasta gamma di tutte le creazioni esposte, dai toni del verde-blue a quelli del rosso-arancio. Un'installazione al centro della sala con su i versi di Calibè completa l'allestimento e dà lo spunto alle voci recitanti di Fiammetta Mangano e Nicola Miletti per un reading delle stesse poesie. Giustino Calibè nasce a Napoli nel '50. Frequenta la scuola libera nel Nudo c/o l'accademia di B.B.AA. di Napoli. Tra le sue ultime personali: Villa Campolieto, Ercolano - NA (2000), Villa Bruno, San Giorgio a Cremano - NA (2001), Istituto Francese Grenoble (Napoli, 2002), Sala Accoglienza, Palazzo Reale (Napoli, 2005), Castel dell'Ovo (Napoli, 2005). Varie collettive a Napoli e in Campania, a Milano, Parma, Bologna, in Brasile e Giappone.
{autore=ricciardi giovanni}
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