Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 07/10/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 2153 volte)
{autore=paladino mimmo}


Autore: MIMMO PALADINO (Paduli, 1948)
Tecnica e superficie: COLLAGE SU CARTONCINO
Dimensioni: 35 x 25 cm
Anno: 1971

L'opera è firmata e datata a matita "MIMMO PALADINO '71" in basso a destra.
A tergo è il timbro della Galleria d'Arte Carolina di Portici (Na), che già nel 1968 espose le opere di Paladino presentate da Achille Bonito Oliva.


Mimmo Paladino ci ha abituati a grandi dipinti capaci di catalizzare lo sguardo con immagini dotate di un'opulenta ricchezza, dove però i personaggi sembrano vivere una sorta di disagio esistenziale. Immagini che hanno poco a che fare con la realtà e ben di rado ricavate da qualsiasi sfondo particolare di esperienza concreta.
Con i suoi lavori ci invitava ad allenare lo sguardo di fronte a dipinti governati da una evidente vigore formale e cromatico, che spesso sfiorano una certa aggressività nei toni.
Alla fine degli anni '70, l'artista assieme ai compagni della Transavanguardia (Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria) è stato l'artefice di un grande ritorno della pittura, accolta con enorme calore dall'ambiente artistico internazionale che, dopo più di un decennio di arte puramente Concettuale: Performance, Azioni, Happening, assolutamente coinvolgente, ma allo stesso tempo profondamente immateriali, aveva creato non poco scompenso nell'ambito del mercato internazionale. I grandi quadri dei protagonisti della Transavanguardia vennero accolti così con entusiasmo, soprattutto negli Stati Uniti, sia dai galleristi sia da una parte della critica americana.
Mimmo Paladino pittore è quello che abbiamo imparato a conoscere, il più amato, criticato, glamour, ma sempre grande artista. Poi man mano, qualche galleria, ed alcuni musei hanno cominciato a dare spazio ad un'altra parte del suo lavoro, quello grafico e la scultura e ci hanno permesso di scorgerne un suo inedito volto.
Nelle opere scultoree l'opulenta ricchezza del quadro lascia spazio all'essenzialità del gesto, alla purezza della forma, che sembra sconfessare la materialità di un certo modo di concepire la pittura.
E come ci fa notare il curatore della rassegna Enzo di Martino in catalogo "L'opera plastica di Mimmo Paladino, nonostante le apparenze, non ha molto a che fare con la rappresentazione ma tende piuttosto, attraverso i segni che la caratterizzano, ad avere una attenzione mai conclusa" .
Attraverso la scultura l'artista ricerca una dimensione esistenziale autentica, mai forzata che caratterizza da sempre l'unicità dell'opera d'arte.
Paladino scultore sembra quasi volere mettersi in gioco, infatti in diverse occasioni ha scelto di esporre i suoi lavori in luoghi pubblici rinunciando alla perfetta protezione delle pareti del museo o della galleria. Sono opere site specific, capaci di portare avanti un profondo dialogo con il luogo e la gente. Sia che si tratti dei suoi guerrieri, o della maestosità del Cavallo o della impeccabile riservatezza della serie dei Dormienti – splendida l'edizione realizzata per La Fonte delle Fate di Poggibonsi - non possono prescindere dall'evocare "il passato e il mistero ma sono riconoscibili come una metafora della condizione dell'uomo nel nostro tempo". Spiega il curatore.
L'opera grafica ci permette invece di scoprire Paladino narratore, autore di storie, autentiche, di quelle che si ha perfino voglia di raccontare ai bambini. Rimandano a " leggende dell'antichità" o a "fiabe delle sue campagne sannite", difficilmente prescindo dalla sollecitazione letteraria o dalla menzione ai lavori dei maestri del passato. Chi nutriva delle resistenze riguardo Paladino pittore difficilmente riesce a non sentire la magia che rivela le sue opere grafiche. Ma soprattutto alla seduzione delle sue sculture, così solitarie, imperfette, alla costante ricerca di un dialogo con la realtà e con il contesto.  (fonte: http://www.ilsole24ore.com)
 
Di Admin (del 05/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 2508 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte dedica una rubrica di 10 articoli sul suo blog per presentare altrettante opere inedite di uno dei grandi maestri del Novecento napoletano: Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

La prima opera qui presentata è un olio su tela del 1907 di 80x60 cm:



L'opera è firmata in basso al centro in rosso "G. Villani" e riporta luogo di esecuzione, firma e data in basso a destra in nero "Scuola, G. Villani, 1907". Questo dipinto è da sempre appartenuto al maestro, in quanto ha segnato un evento importante per la sua carriera.
Nel 1907 infatti Villani si diploma all'Accademia di Belle Arti per il corso speciale di pittura.
Le prove di esame sostenute al concorso furono tre: la prima, "il paesaggio dipinto ", su tela di 50x70 cm e per soggetto un luogo scelto dal professore. Il concorso prevedeva una premiazione finale in danaro e Villani acquisì il primo premio di 40 lire. La seconda, "il saggio di prospettiva dipinta dal vero" con un tema stabilito dal professore e rispettando il formato di una tela di non oltre 60 cm. Villani superò la prova con la dichiarazione di lode.
Terza ed ultima prova di concorso, prevista per il corso speciale di pittura del terzo anno, era la "figura nuda dipinta", da eseguire a grandezza naturale in 5 giorni (a cominciare dal 27 maggio impiegando 2 ore al giorno). In commissione: d'Orsi (presidente), Volpe, Diana, Cammarano, Laccetti, Pisanti, De Luca, Tedesco, Renda e De Sanctis. Ai risultati finali Villani, con questo quadro, ottenne la licenza di terzo livello.

TUTTE LE ESPOSIZIONI DI GENNARO VILLANI ANNO PER ANNO
1901 Si iscrive all' AA. BB. di Napoli
1904 Esposizione Promotrice - Napoli
1906 XXXIII Promotrice - Napoli
1907 Pensionato Artistico Nazionale - Napoli
1908 Quadriennale di Torino
1909 Esposizione Hotel Nobile - Napoli
          X Esposizione di Monaco di Baviera
         Esposizione Nazionale BB.AA. - Rimini
         Salon d'Automne - Parigi (Medaglia d'argento Sez. Italiana)
1910 Esposizione Nazionale - Milano
         Expò Internazionale- Bruxelles
         Esposizione d'Arte - Santiago del Cile (Medaglia di bronzo)
         IX Biennale di Venezia
1912 IV Mostra d'Arte alle Tamarici - Montecatini
         X Biennale di Venezia
1913 Società des Beaux Art et des Art Industriels - Ivry
         Societè des Artistes Francaises - Parigi
1914 Gennaro Villani - Galleria Danton - Parigi (personale) per quest'esposizione ottiene la medaglia d'argento   e un diploma dal Ministero di BB.AA. di Francia XXXIV Esposizione del Cinquantenario
1916 XXXVIII Promotrice - Napoli
1920 Galleria Vinciana - Milano
1921 Gennaro Villani - Galleria degli Illusi - Napoli (personale)
         1 Biennale Città di Napoli
1922 XIII Biennale di Venezia
1923 Quadriennale di Torino
1924 G.Villani - Galleria Corona - Napoli (personale)
1925 G. Villani - Galleria Cerciello Napoli (personale)
1927 C.Abruzzese Molisana - Napoli (personale)
         Mostra del paesaggio - Bologna
1929 Esposizione Internazionale - Barcellona
1930 Permanente - Napoli
1935 Permanente - Roma
Dal '35 al '43 tutte le Sindacali di Napoli
1945 Mostra con il pittore Colucci
1947 Ridotto del S. Carlo - I salone arti figurative - Napoli Galleria Chiaia
          I collettiva d'arte raggio di sole - Napoli 1949 Galleria d'Arte Internazionale - Mostra postuma - Milano
1953 Mostra d'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia - Palazzo Esposizioni - Roma
1956 Galleria Mediterranea - Napoli
1957 Crisconio De Corsi Villani Viti - Galleria Mediterranea - Napoli
1959 Trenta opere di Villani - Galleria Maditerranea - Napoli
1960 G. Villani - Galleria Mediterranea - Napoli (antologica)
1961 Circolo Artistico Mostra retrospettiva - Napoli
1962 Galleria dell'Artistico - Napoli
          Trenta dipinti inediti di G Villani - Galleria Mediterranea - Napoli
1964 Villani - Galleria Mediterranea - Napoli
1965 Gennaro Villani - Galleria Mediterranea - Napoli
1966 Crisconio, Viti, Villani - Galleria Mediterranea -
          Napoli Sette pittori napoletani contemporanei - Galleri Giosi - Napoli
1967 Crisconio, Viti, Villani - Galleria Mediterranea - Napoli
1968 Trentadue pastelli di Villani - Galleria Mediterranea - Napoli
1969 Crisconio, Viti, Villani - Galleria Mediterranea - Napoli
1970 Gennaro Villani - Galleria Mediterranea - Napoli
1973 Galleria Mediterranea - Omaggio a Villani - Napoli
1984 Villani: la tecnica del pastello - Galleria Mediterranea - Napoli
1985 Crisconio, Viti, Villani - Galleria Mediterranea - Napoli
1986 In Margine, Artisti tra tradizione e opposizione - Milano
1993 Napoletani del ‘900 a Roma - Galleria Esmeralda - Roma
1999 Percorsi della figura a Napoli Galleria Mediterranea - Napoli
          Villani - La Gioconda - Napoli
2000 Arte a Napoli dal 1920 al 1946 Gli anni difficili - Napoli Maschio Angioino - Villa Pignatelli
2003 Crisconio, Villani, Viti - Galleria Mediterranea - Napoli
2005 Maestri del Novecento, La Mediterranea arte, Napoli
          Raccolta privata, La Mediterranea arte, Napoli
2007 Gennaro Villani, La Mediterranea arte, Napoli
          Gennaro Villani, Terzo Piano, Napoli

fonte: www.mediterranea-arte.com/
 
Di Admin (del 06/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 1897 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte presenta la seconda opera inedita del maestro del Novecento napoletano Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

E' un olio su cartone di 10,5x16 cm che rappresenta Sant'Angelo d'Ischia:



L'opera è firmata in basso a destra "G. Villani" e riporta la data sul retro del cartone, 1925.

Gennaro Villani era stato allievo di Esposito, Volpe e Cammarano. Inseritosi ben presto da protagonista nelle vicende artistiche napoletane, partecipò alla Secessione dei 23, andando poi a dirigere l’Accademia di B.A. di Lucca e tornando successivamente ad insegnare paesaggio all’Accademia di Napoli. Ma, nel corso della sua laboriosa vita, era stato anche a Parigi: aveva dipinto lungo la Senna, aveva capito la bellezza dei grigi, di certi toni smorzati; e nella sua memoria cantavano con i ritmi di una poesia di Verlaine i paesaggi di Claude Monet. Si era aggirato per la «ville lumière», osservando, dipingendo nei luoghi dove avevano operato i grandi impressionisti francesi, dai quali, pur mantenendo inalterato il suo temperamento di pittore napoletano proclive al sentimento e alla sensualità, aveva tratto non pochi insegnamenti, affinando la sensibilità e il gusto.

Passeggiando lungo le spiagge assolate, s’incantava a guardare i nudi bruciati dal sole o gli effetti di luce sulle acque. I suoi occhi, dietro le lenti, fissavano lo spettacolo insolito. D’improvviso piantava il cavalletto sulla sabbia, apriva la cassetta dei colori ed incominciava a dipingere con una foga impressionante. Da quelle poste sulle spiagge nascevano di giorno in giorno i suoi mirabili paesaggi vibranti di luce.

Dipingeva come in trance, imprigionando la luce dei pomeriggi estivi. Parigi gli aveva insegnato molte cose, ma egli non si lasciò mai influenzare dalle mode. Restò napoletano. Le sue «impressioni» — che potrebbero ricordarci, sia pure alla lontana, quelle di un Monet o di un altro pittore impressionista francese — sono caratterizzate da un tono elegiaco, da una vena sentimentale: i cieli grigi, la luce dorata dei pomeriggi invernali, le marine autunnali, la campagna durante la vendemmia, i porti ingombri di velieri nel giuoco della luce che squarcia le nuvole, i cortili rustici, la prima neve. Poteva considerarsi uno degli ultimi bohemiens, un romantico per il quale la natura era il gran libro da cui trarre le parole e le immagini del suo poetare. (P. Girace)

 
Di Admin (del 07/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 1570 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte presenta la terza opera inedita del maestro del Novecento napoletano Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

E' un olio su cartone di 20x29,5 cm che rappresenta un paesaggio di campagna con un piccolo ruscello:



L'opera è firmata a matita, sul fronte in basso a destra e a tergo in alto a sinistra "G. Villani" e riporta sul retro del cartone l'autentica firmata dalla figlia del maestro Ena Villani.

Pietro Montella: “…Vi sono nelle opere le tracce indelebili dell’anima dell’artista, del pensatore che imprime in una linea, in una pennellata, in un tono, ora caldo, ora freddo, la sua tecnica robusta, la sua personale caratteristica. Ho detto innanzi che Gennaro Villani è un taciturno, è un pensatore, è un instancabile lavoratore; e non a torto ho asserito tanto. Egli è un artista fra i migliori della nostra Napoli, che fugge il rumore assordante della vita e brama soltanto il lavoro, soltanto la quiete!...”.

 
Di Admin (del 08/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 1493 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte presenta la quarta opera inedita del maestro del Novecento napoletano Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

E' un olio su cartoncino di 11x19 cm "Lungo la Senna":



L'opera è firmata in basso a destra "G. Villani" e riporta a tergo l'autentica firmata dalla figlia del maestro Ena Villani.

Allievo di tre grandi maestri, Esposito, Volpe e Cammarano, ha insegnato pittura prima all’Accademia di Belle Arti di Lucca e poi a quella di Napoli. A Villani non è mancato neppure un proficuo soggiorno a Parigi, nel quale ha modo di affinare non poco le sue doti di colorista sensibile e raffinato. Questo senza mai venir meno al richiamo del paesaggio e della luce di Napoli, alla cui rappresentazione dedicherà il meglio della sua attività.

 
Di Admin (del 09/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 1546 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte presenta la quinta opera inedita del maestro del Novecento napoletano Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

E' un olio su cartoncino di 10x15 cm rappresentante un paesaggio:



La firma a matita in basso a destra "Villani" è intuibile, ma per provenienza, caratteristiche tecniche e tipicità (soggetto, tavolozza, stesura e matericità del colore, pennellata e supporto), a mio parere non ci sono dubbi sull'attribuzione. Il supporto è un cartoncino di invito ad una mostra collettiva alla Galleria Chiaia di via Chiaia a Napoli. Infatti, in alto a destra del piccolo dipinto, è chiaramente leggibile la scritta "Galleria", mentre a tergo ci sono i dettagli dell'esposizione. Tra gli artisti della mostra inaugurata il 4 dicembre del 1947: Barillà, Bocchetti, Casciaro, Chiancone, Galante, Gatto, Girosi, Verdecchia, ovviamente Villani e Viti.

VILLANI GENNARO (Napoli, 1885 – 1948) Frequenta l’Accademia di Napoli, sotto la guida di Michele Cammarano, di cui risente fortemente nel primo periodo della produzione, contrassegnato da forti contrasti chiaroscurali. Esordisce alla Promotrice “Salvator Rosa” nel 1904; nel 1909 è a Parigi ed espone al Salon d’Automne. Nello stesso anno è presente alla Biennale di Venezia, partecipando poi a Napoli all’esperienza di quel gruppo di artisti d’avanguardia definito “Secessione dei 23” e, sino ai primi anni Quaranta, svolge un’intensa attività espositiva in Italia e all’estero (anche a Parigi, nei frequenti soggiorni insieme a Raffaele Ragione). Pittore soprattutto di paesaggi e paesaggi con figure, dal 1909 caratterizza le sue opere con una pennellata densa e luminosa. (Novecento Italiano 1998 – 1999. De Agostini Editore)

 
Di Admin (del 10/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 2711 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte presenta la sesta opera inedita del maestro del Novecento napoletano Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

E' una tecnica mista su carta di 25,5x44 cm "Nudo disteso":



L'opera è firmata in basso a destra "G.ro Villani Napoli". A tergo vi è l'autentica firmata dalla figlia del maestro Ena Villani.

VILLANI GENNARO (Napoli, 1885 – 1948)            Frequentò l’Accademia di Belle Arti di Napoli, allievo di Cammarano, da cui derivò il robusto impianto disegnativo che interpretò prima con gusto tonale e poi con inflessioni postimpressioniste dal denso colore. I dipinti di genere di soggetto napoletano, le figure, le marine e i paesaggi del Villani interessano le aree di collezionismo partenopeo sensibili alla pittura di derivazione ottocentesca. I prezzi sono normalmente compresi in un arco dai due ai cinque milioni, a seconda di dimensioni, qualità e soggetto dei dipinti, con punte superiori per gli oli di notevole impegno o di particolarissimo interesse topografico. (Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento. X edizione, 1992 – 1993. Umberto Allemandi & C. Editore)

 
Di Admin (del 11/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 1662 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte presenta la settima opera inedita del maestro del Novecento napoletano Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

E' un olio su cartone di 17x20 cm "Roma - Piazza del Popolo":



L'opera è firmata a penna in basso a sinistra "G. Villani". Riporta a tergo una scritta a matita "Roma - Piazza del Popolo" e l'autentica a penna firmata dalla figlia del maestro Ena Villani.

Gennaro Villani (1885 – 1948) trasferì nel paesaggio la sua breve esperienza secessionistica. All’inizio, infatti, le sue vedute sono fitte di segni colorati, sinuosi, di gusto floreale, per poi raggiungere e ricomporre la tavolozza su registri tonali misurati e l’impalpabile atmosfera del plein air. Dal suo maestro Cammarano aveva ereditato il senso della bella materia pittorica, e specie le sue piccole tavolette, orchestrate su accordi essenziali e “puliti” che ricordano certe pitture della Repubblica di Portici, avevano ed hanno un notevole fascino. La vita di un artista come Villani, se l’artista fosse vissuto in un ambiente sensibile, ricco di interessi culturali, avrebbe potuto avere uno svolgimento ben diverso nell’arte napoletana del primo Novecento; non a caso, lo stesso Crisconio aveva subito, agli inizi della sua attività, una certa influenza dal modo spregiudicato di Villani di interpretare la natura. (Paolo Ricci)

 
Di Admin (del 12/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 2097 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte presenta l'ottava opera inedita del maestro del Novecento napoletano Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

E' un olio su cartoncino di 13x19,5 cm "Paesaggio vesuviano":



L'opera è firmata in basso a destra "G. Villani". Riporta a tergo l'autentica firmata dalla figlia del maestro Ena Villani.

Gennaro Villani (1885 – 1948) è stato un pittore italiano. Riconosciuto come uno dei più importanti Maestri della pittura napoletana, fu amico intimo di molti degli artisti napoletani dell'epoca, quali ad esempio Roberto Bracco, Salvatore Di Giacomo e Francesco Cangiullo e fu pluripremiato e recensito dai maggiori critici dell’epoca. Villani iniziò la sua carriera artistica ancora in giovane età, ottenendo ben presto i favori della critica artistica del tempo. La sua autorevolezza raggiunse l'apice quando fu invitato alle più importanti manifestazioni d'arte dell'epoca, in Italia e all'Estero. Tra le altre, ricordiamo le fiere di Versailles, Monaco, Santiago del Cile, San Francisco, Bruxelles, Milano e Napoli. Allievo prediletto del Maestro Michele Cammarano, nonché di Gaetano Esposito e Vincenzo Volpe, visse ed operò con successo tra l'Italia e la Francia. Soggiornò ed operò a Parigi dal 1912 al 1914. Durante il periodo parigino fu invitato a far parte di importanti accademie francesi, che annoveravano fra i loro soci artisti ed intellettuali del calibro di Gabriele d'Annunzio, Anatole France, Charles Perrault, Pierre-Auguste Renoir ed altri. Occupò per molti anni la cattedra di insegnamento alle Accademie di BB.AA. di Lucca e di Napoli. Fu invitato ad esporre a tutte le Biennali di Venezia del suo tempo, ai più prestigiosi "Salons" di Parigi ed alle Quadriennali di Roma e Torino. (http://it.wikipedia.org)

 
Di Admin (del 13/11/2010 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 4000 volte)
{autore=villani gennaro}
Marciano Arte presenta la nona opera inedita del maestro del Novecento napoletano Gennaro Villani (4 ottobre 1885 - 25 dicembre 1948).

E' un olio su cartone di 13x18 cm "Paesaggio con mercatino" del 1945:



L'opera è firmata e datata in basso a destra "G. Villani 45".

Gennaro Villani (1885 – 1948). Nei primi anni di questo secolo le sole cose vive, a Napoli, in fatto di pittura, erano i vecchi maestri dimenticati: Mancini (che viveva a Roma), Migliaro (che stentava la vita dipingendo tavolette che nessuno voleva) e Pratella (che addirittura decorava scatole di dolciumi per Caflisch). Dall’altra parte, dalla parte dell’ufficialità e della legalità, stavo per dire <governativa>, vi erano invece i grandi < pompiers>, gli Irolli, i Volpe, i Vetri, che avevano in mano tutto, che controllavano mostre, premi e mercato. La vita artistica e il generale ambiente di cultura era dominato insomma dal senso del più piatto conformismo e dalla banalità eroico-nazionalistica dannunziana. Quella che era stata una grande capitale scendeva sempre più a livello di un chiuso borgo provinciale. All’Accademia di Belle Arti tuttavia, resisteva un angolo di fresca vita culturale ed era l’aula di pittura in cui, fino all’anno della sua morte (1920) insegnava Michele Cammarano. Da questa scuola di schietta osservanza naturalistica ma di alto rigore formale è uscita la generazione di pittori di cui fa parte Gennaro Villani, insieme al dimenticato Edgardo Curcio, a Eugenio Viti e a Gaetano Ricchizzi. Questi giovani pittori ebbero merito di opporsi apertamente alla dittatura dei locali, trovando ispirazione in un mondo di idee e di gusto assai più largo di quello municipale, al quale, soltanto pareva sensibile la maggioranza degli artisti ufficiali e conformisti. Il discorso vale soprattutto per Edgardo Curcio, che arricchì i temi della pittura napoletana introducendovi i sentimenti schietti della vita contemporanea, la libera osservazione del costume e il gusto della bella materia pittorica. Ma il discorso su Curcio ci riserviamo di farlo in altra sede, al momento opportuno, qui ci preme affermare che Gennaro Villani fu in tutto all’altezza di quel moto vivace e sensibile che servì ad avvicinare in qualche modo Napoli al mondo reale della cultura italiana dei primi decenni di questo secolo. Il tramite di questa felice operazione fu la cosiddetta <Secessione dei 23> una organizzazione assai confusa ed eclettica che si richiamava evidentemente alle esperienze della <Secessione> viennese di Klimt. Nel 1909 i <<23>> giovani organizzarono una mostra polemica nella quale vennero in luce le personalità di Curcio, Villani, Ricchizzi, Gatto, Uccella (altro artista totalmente dimenticato, a torto), Viti, Galante, Pansini ed altri. In quegli anni operava a Napoli Felice Casorati e la più audace espressione di libertà e di spregiudicatezza di ricerca era, per tutti, quella dell’<Art Nouveau> o del Liberty, secondo gli esempi che offriva appunto, la Secessione di Monaco e di Vienna; esperienze alle quali, direttamente ed indirettamente, i giovani artisti napoletani si richiamavano. Ma in Gennaro Villani ben presto si afferma una vena robusta e sanguigna di vedutista, secondo la tradizione non posillipiana ma della macchia porticese. Era la diretta eredità di Cammarano che il giovane artista, insieme a Ricchizzi e al primo Viti, raccoglieva con impeto e con accesa sensibilità. Villani, così, affronta il paesaggio e lo interpreta liberamente, superando di colpo i confini umilianti della illustrazione turistica. Per la prima volta un giovane, dopo Mancini e Migliaro, sapeva guardare direttamente alla realtà e trarne motivo di ispirazione lirica. In Villani il colore domina con selvaggia prepotenza e l’immagine trova in esso una forma sempre nuova e inaspettata. Sul primo ciclo dell’opera villaniana domina evidentemente la suggestione della aspra pittura di paesaggio di Cammarano: con quelle scaglie cromatiche accese e il furore della luce che modella gli oggetti con mirabile evidenza plastica. Quell’audacia spezzava il cerchio provinciale della pittura morelliana e l’estetica dei <Culurilli>, come diceva De Nittis. Ma Villani cominciò ad accorgersi che Napoli cambiava anche come natura e, sulla indicazione degli impressionisti, comprese che il paesaggio urbano, le vedute <interne> di una città possono essere motivo di ispirazione. In tal senso, del resto, operavano molti pittori di quel tempo, in Italia. Per esempio i divisionisti Lombardi, dai quali come è noto venne fuori il Boccioni dei paesaggi periferici milanesi. Villani della tecnica divisionista, in un certo momento, fu, da noi, l’assertore più convinto, con Galante anche se non abbandonò mai del tutto la pennellata libera ed impressionistica manciniana. Manciniano e cammaraniano è anche il suo gusto per i motivi di ispirazione comuni e quel modo antigrazioso di scegliere il tema di un quadro: un taglio di paesaggio o un volto umano. I luoghi comuni della piacevolezza > furono da Villani e dai suoi amici secessionisti definitivamente abbandonati, a vantaggio di una più acuta ed appassionata resa plastica e della scoperta del giuoco tonale. Certo, Villani giunse poche volte all’immagine lirica pura, alla pura trasfigurazione, come il Mancini dei paesaggi di Frosinone o il Crisconio delle prime vedute del Pascone. Ma la strada da lui imboccata fu, dal primo momento tra le più moderne, rapportata naturalmente, alle condizioni reali delle arti figurative a Napoli. In questa mostra si presentano alcune opere di Villani scelte nel vastissimo territorio della sua produzione. Questi quadri vanno da alcuni paesaggi lievi ed aerei degli anni della maturità, nei quali la pennellata ha la leggerezza e l’eleganza allusiva dei post-impressionisti, alle opere degli anni giovanili nelle quali il colore è greve e sensuale; ma in tutte avverti quel senso di affanno, l’appassionata emozione dell’artista che sta per cogliere il tipico di una realtà, sia essa un paesaggio o la figura umana, e lo coglie con l’imponderabile invenzione del tono. Crisconio, che farà tesoro di queste esperienze portandole molto più avanti aggiunge alla scoperta del tono quella, ancor più importante del valore che esso ha nella costruzione nel volume, ma Crisconio, come è noto è il primo pittore napoletano che abbia saputo comprendere il messaggio di Cezanne, mentre Villani, Ricchizzi, il primo Viti restano degli epigoni degli impressionisti ed hanno, quindi, una tematica del tutto ottocentesca. In alcune di queste opere villaniane, nelle più intense, la libertà della resa plastica ha un vago sapore espressionista il cipiglio spregiudicato di un Kokoschka; in altre la tenerezza del ricordo ammanta le immagini di una caligine rosata, remota, e sono i paesaggi di Parigi, le vedute marine con le cabine balneari allineate sulla spiaggia deserta lungo la riviera Vesuviana. Ogni momento ispirativo è legato a una reale emozione, a una sollecitazione interiore, ad uno stato d’animo lirico, per usare una formulazione crociana. Insomma, sia pure nella dimensione precisa di un talento non rivoluzionario, le opere di Gennaro Villani non tradiscono mai l’automatismo del mestiere, il tran-tran del manierista. Ecco perché anche in una selezione così ristretta puoi trovare opere che ti danno il piacevole brivido della scoperta.

Paolo Ricci.

 
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