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Le quattro magnifiche vedute della città di Napoli eseguite da Antonio Cardon nel 1765
Di Admin (del 11/10/2011 @ 14:00:00, in Stampe e Libri antichi, linkato 6012 volte)
{autore=CARDON Antoine Alexandre Joseph}
Le quattro vedute di Napoli realizzate dall’incisore belga Antoine Alexandre Joseph Cardon (1739 - 1822), tratte da dipinti di Gabriele Ricciarelli, danno una visuale completa della città e sono: "Veduta di Chiaia dalla parte di Levante", "Veduta di Napoli dalla parte di Ponente", "Veduta di Ponte Nuovo" e "Veduta di Chiaia dalla parte di Ponente", ciascuna incisa su due lastre di rame. Manca l'altra "Veduta di Chiaia dalla parte di Ponente", che, a differenza della prima datata 1765, è una modifica della precedente incisa in seguito alla realizzazione degli interventi di Carlo Vanvitelli e dunque dopo il 1781. Nella serie di vedute protagonista è Napoli rappresentata non in un unico disegno ma secondo molteplici punti di vista e prospettive. Evidente è anche il ruolo e l’importanza assunti dalla Riviera di Chiaia, che rappresenta il nuovo quartiere residenziale di lusso della città. Le tavole sono tutte dedicate a importanti personalità straniere, tra cui diplomatici e viaggiatori che costituiscono molto spesso i committenti e gli acquirenti delle rappresentazioni della città da parte di pittori, disegnatori o incisori.

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ANTONIO CARDON (Dal dipinto di GABRIELE RICCIARDELLI)
"VEDUTA DI CHIAIA DALLA PARTE DI LEVANTE"
INCISIONE SU RAME 43 x 89 cm su foglio 50 x 109 cm del 1765

Le cinque vedute dell'artista francese Antonio Cardon, di cui quattro (quelle che presentiamo qui) dichiaratamente tratte da dipinti di Gabriele Ricciardelli, tutte realizzate in due rami, rispondono alla logica tipica della rappresentazione topografica. Ma si è passati, come si vede, ad un numero di quadri già lontano da quella che è sempre stata l'ambizione prima della narrazione cartografica: un unico disegno, pienamente, intensamente e simbolicamente rappresentativo; la realtà viene quindi riconosciuta come molteplice, stemperata cioè in una serie di quadri e tagli particolari, con essi si viene frammentando la loro rappresentazione ed interpretazione. La città, come soggetto unitario sembra uscire insomma (o meglio sfuggire) dalla prospettiva del vedutismo topografico. Ma anche nel proliferare di più immagini rappresentative, rispuntano le due vedute tradizionali, che per l'occasione si trasformano più veridicamente in vedute dalla terraferma.

Cosi la prima, dedicata W, Hamilton e provvista di 30 riferimenti, ritrae la spiaggia di Chiaia dalla strada che raggiungeva, all'estremità del litorale, il casino Di Gennaro (poi Cantalupo) che un tempo sorgeva sull'acqua, dove le carrozze giravano su se stesse e dove la presenza della spianata dava occasione ad una sosta d'obbligo ed a qualche improvvisazione popolare.


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ANTONIO CARDON (Dal dipinto di GABRIELE RICCIARDELLI)
"VEDUTA DI CHIAIA DALLA PARTE DI LEVANTE"
INCISIONE SU RAME 43 x 89 cm su foglio 55 x 114,5 cm del 1765 (collezione privata)

Dedicata a Milord Mountstuart e corredata di 36 richiami, la seconda veduta, che guarda alla città dalla spiaggia del borgo Loreto, ne restituisce una inquadratura per cosi dire simmetrica della prima, nella quale si replica e privilegia il rapporto col mare, che è il tema comune e dominante di tutt'e cinque le eleganti vedute. Lo scorcio delle case del borgo e del bastione del Carmine è, tra l'altro, dei meno frequentemente rappresentati.


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ANTONIO CARDON (Dal dipinto di GABRIELE RICCIARDELLI)
"VEDUTA DI NAPOLI DALLA PARTE DI PONENTE"
INCISIONE SU RAME 46 x 104,5 cm su foglio 55,5 x 110 cm del 1765 (collezione privata)

Seguono la veduta di Ponte Nuovo e le due di Chiaia. La prima ritrae la piccola darsena del Mandracchio, cui si accedeva ormai sottopassando le arcate di un ponte che lo delimitava verso l'esterno e che era parte della sistemazione del litorale realizzata da Carlo III intorno al 1740, insieme con l'edificio dell'Immacolatella, anch' esso ben visibile di prospetto. La veduta è dedicata al conte di Coblenza, ministro plenipotenziario della imperatrice, per i Paesi Bassi, ed ha 24 riferimenti topografici.


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ANTONIO CARDON (Dal dipinto di GABRIELE RICCIARDELLI)
"VEDUTA DI PONTE NUOVO"
INCISIONE SU RAME 43 x 90 cm su foglio 55 x 114,5 cm del 1765

Le due vedute di Chiaia (qui presentiamo in immagine solo la prima), dedicate al generale inglese Luigi di Walmoden, con 30 riferimenti topografici, si riferiscono a due diverse zone del litorale, anche se lo sfondo è lo stesso. Confrontando infatti gli scorci della cortina edilizia a destra, si osserva che — mentre nella prima incisione, con la grande fontana in primo piano — il quadro della veduta è relativo ad un punto di vista collocato all'incirca a metà dell'intero litorale, non molto lontano dall'antico palazzo del marchese Della Valle Mendoza (provvisto di una forte torre sporgente dalla facciata e chiaramente visibile sul fondo a destra), nella seconda l'autore si colloca più lontano di diverse centinaia di metri, per riuscire a vedere l'intera Villa reale. Ora, si deve osservare ancora che lo sfondo costituito dalla collina di Posillipo è esattamente lo stesso nelle due vedute, sicché la lastra originaria della prima incisione dové essere abrasa quindici anni più tardi nelle parti in primo piano e nella prospettiva laterale fortemente scorciata di cui si è detto, per aggiornerla ed incidervi una dettagliata raffigurazione della Villa. (fonte: "La città di Napoli tra vedutismo e cartografia")




ANTONIO CARDON (Dal dipinto di GABRIELE RICCIARDELLI)
"VEDUTA DI CHIAIA DALLA PARTE DI PONENTE"
INCISIONE SU RAME 52 x 104 cm su foglio 55 x 120 cm del 1765 (collezione privata)

Tutte e quattro le incisioni sono pubblicate in b/n nel libro-catalogo "La città di Napoli tra vedutismo e cartografia" da pag 256 a pag 260 (mostra al Museo di Villa Pignatelli 16 gennaio - 13 marzo 1988) a cura di Giulio Pane e Vladimiro Valerio, edito da Grimaldi, Napoli.

CENNI BIOGRAFICI:
Antoine Alexandre Joseph Cardon (Bruxelles, 1739 – 1822), incisore di fama internazionale, lavora a Vienna, Roma e Napoli. Qui collabora alla pubblicazione delle “Antichità etrusche, greche e romane” di William Hamilton, incide le tavole sui disegni di Giuseppe Bracci per la "Raccolta delle più interessanti vedute della città di Napoli e luoghi circonvicini" e partecipa alla realizzazione degli "Avanzi delle Antichità di Pozzuoli, Cuma e Baia" di Antonio Paoli; sue sono anche le due belle mappe topografiche incise nel 1772: "Icon crateris neapolitani", dai Campi Flegrei alla Penisola Sorrentina, e "Icon sinus Baiarum", da Posillipo a Lago Patria.

Gabriele Ricciardelli (attivo tra il 1740 e il 1790) fu pittore italiano del periodo Barocco. Fu attivo a Napoli durante il regno di Carlo III di Borbone. Si specializzò nelle vedute sia di paesaggi che di marine. Soggiornò spesso a Londra dove ebbe grande successo. Conobbe e fu influenzato dal pittore ed incisore fiammingo Jan Frans van Bloemen (Anversa, 1662 - Roma, 1749)