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Giuseppe Casciaro (Ortelle, 1861 - Napoli, 1941)
Di Admin (del 02/04/2013 @ 00:00:01, in Arte News, linkato 4946 volte)
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L'opera è firmata e datata in basso a destra: "G. Casciaro, 14 marzo 05".

GIUSEPPE CASCIARO.
Ortelle (Lecce), 9 marzo 1863 — Napoli, 20 ottobre 1945.

Allievo di Lista, Palizzi e Morelli all Accademia napoletana, ebbe legami di amicizia con Mancini, Michetti e Dalbono, avvertendone l'influenza pur nella personale grafia del colore arruffato (segnatamente nel pastello, la tecnica che predilesse) del suo paesismo naturalistico. La produzione abbondantissima (oltre 4000 i soli pastelli) e agevolmente reperibile ha mercato nazionale, per tempere e pastelli di qualità, da 2.500.000 lire a 6/8 milioni, raramente oltre per opere d insolito impegno. I più accurati oli di dimensioni medie e grandi costano da 6/8 a 15/20 milioni. Particolare cautela va posta nell'acquisto dei pastelli più confusi (reperibili a prezzi anche intorno al milione), per i quali esiste un fiorente artigianato della contraffazione. All'artista è stata dedicata una retrospettiva a Milano (Centro «Cultura e Costume», ottobre 1984). Record d'asta per l'autore: un grande olio del 1917 ha ottenuto 25,3 milioni in una vendita romana del marzo 1992.  Da "IL VALORE DEI DIPINTI DELL'OTTOCENTO E DEL PRIMO NOVECENTO" X Edizione (1992-93), Umberto Allemandi & C. Editore


Salvatore di Giacomo: Disegni di ogni sorta di atteggiamenti, d'ogni più suggestivo ornamento di colore, d'ogni verità e d'ogni gentilezza hanno percorso in que' conosciuti pastelli, d'una grazia e d'un sapore da nessuno più superati, migliaia di tele, in ognuna delle quali è sempre una musica e un profumo. E questa colorita melodia da per tutto aleggia, or triste, or tenera e dolce. Ora s'intona all'asprezza delle rupi e ai sibili della tempesta, ora modula, tra quelle macchie e que' contorni dalle più delicate sfumature, come una languida arietta del bel secolo metastasiano. Un pastello di Casciaro ha del Bach e del Mozart; e talvolta è tragico e profondo, anche, come una commossa voce beethoveniana. Quest'eleganza è deliziosa: questo spirito, questo gusto son rari: questa forza piacevole e sicura, non vi opprime ma vi trascina. E la voce di questo adorabile artista ha tutti gli accenti: e ha la foga e il sospiro, l'impeto e la tenerezza, un grido e un sussurro...”