Pubblicata in data 05 Luglio 2006

Pittori a Portici nel '900: Mario Buonoconto

Mario Buonoconto. (Napoli, 1940 - 2003). Figlio e nipote di pittori, da giovanissimo ha partecipato alla vita artistica e culturale della sua città con articoli, conferenze e corsi di Storia dell’Arte riguardanti in particolare il periodo Greco – Romano in Campania. Si occupa anche attivamente di Teatro. Nel 1971, con O. Pelosi, E. Cerino e S. Vitagliano, fonda il “Gruppo Enne 4”; e nel 1977, sempre con Cerino e con D’Albenzio, Viviani e Vastare, dà vita al gruppo “Figurativa 5” di cui cura il manifesto. È degna di nota anche la sua attività di restauratore. Nel 1988 la rivista d’Arte “Miscellanea” gli ha dedicato un intero numero. Dal 1964 ha tenuto ininterrottamente mostre personali nelle maggiori città italiane ed all’estero tra le quali Cadiz, Pittsburg e Lugano. Così scrisse di lui Michele Fuoco nel 1983 su “Il Giornale”: “….Un uomo di ricca e dinamica vita anche interiore, Mario Buonoconto è sempre disposto a mettere il dito su qualsiasi forma di fanatismo, soprattutto religioso e politico. Lo dimostrano i suoi quadri così prodighi di riferimenti reali, con la sconcertante rappresentazione di elementi sacri, di amuleti che convivono con oggetti della società dei consumi che acquistano un efficace ruolo dissacratorio ed ironico. Il quadro viene visto quasi come spettacolo totale di vita, quella che si può cogliere, del resto, nel folcloristico mondo napoletano. La forma prediletta è quella di una particolare oggettivazione del sentire dell’autore del sentimento serio della realtà, ma Buonoconto sfrutta la possibilità di dissociazione compositiva per pervenire ad una fantastica impaginazione anche quando il quadro sembra essere strutturato in senso geometrico. La sua è una lotta innovatrice non solo nella cultura, ma anche nello stile. Subito dopo gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti, Buonoconto ha guardato alla Pop-art, ha sperimentato l’informale che egli ritrova nella creatività del gesto artistico, in un impulso primario profondo anche ora che ha sposato la figurazione del buon senso e della logica”. “Le opere di Buonoconto sono mirabilmente testimoni di una consapevolezza che è insieme semplice poesia e drammatico racconto dei suoi dubbi e delle sue aspirazioni. E, tutto sommato, proprio su codeste superfici dipinte trovano, trovano una più idonea significazione, le problematiche e i rovelli del nostro tempo”. (Carlo Montarsolo) “Mi siano consentite alcune riflessioni sulla pittura di Buonoconto che è un napoletano, fedele alle esposizioni della nostra città. È una pittura inquietante… concezione più aperta, sfrondata da ogni sorta di obbedienza a determinati flussi di corrente”. (De Giosa)

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