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Pubblicata in data 25 Maggio 2006 Pittori a Portici nel '900: Alfredo De Martino Alfredo De Martino. (Napoli, 1928). Esordisce nel mondo della pittura negli anni Cinquanta, anni in cui tutto il mondo culturale era in pieno fermento, teso a scrollarsi di dosso un passato necessariamente statico. De Martino viene in contatto con i pittori di quegli anni: Viti, Crisconio, Villani, Brancaccio, Bresciani, ecc. e con essi discute, dipinge ed espone. De Martino è uno dei più assidui frequentatori della galleria Forti, che rappresenta un vero e proprio tempio della pittura per quegli anni, partecipa a diverse mostre vincendo nel 1945 il premio di disegno alla mostra giovanile “Premio Forti”. Negli anni che seguono De Martino partecipa a numerose collettive e personali e le sue opere si trovano in collezioni private in Italia e all’estero. Un suo dipinto è conservato nella chiesa di S. Maria degli Angeli in Napoli. Le figure di De Martino parlano, “ci restituiscono, insieme con la loro sostanza e il loro spessore, la cifra di un dramma appena avviato, le giovani donne viste allo specchio, alla lettura, alla finestra, come sul punto di decodificare l’enigma dell’esistenza, ovvero quell’impasto fatto di lamento e di accettazione, di malinconia e di gioia di scaldarsi al riverbero di un fuoco acceso che brucia nell’umoroso grappolo della propria carne. Questa interna accensione, che filtra tormentosamente dall’interno e si rispecchia sullo schermo dell’atmosfera circostante, si sprigiona non solo dalle persone, ma anche dalle carnose nature morte, di una mortale appetitosità, e dai paesaggi naturali, stillanti, quasi lacrimae rerum, solitudine e malinconia. E, forse, a monte dell’esperienza e dell’esercizio pittorici di De Martino si colloca quella malinconia attiva di cui parla Van Gogh. «Invece di lasciarmi prendere dalla disperazione, ho preso il partito della malinconia attiva, per quanto avevo potere di agire, o, in altri termini, ho preferito la malinconia che spera, che aspira e che cerca a quella che, triste e inattiva, dispera». I nessi, però, dalla malinconia non formano lacci per la fantasia di De Martino, che, nella forte qualità cromatica e materica della sua pittura, cattura e segnala guizzi e riflessi di un fuoco antico che insieme divora la vita e la morte, palpiti e pulsioni di una forza oscura, che terrorizza e inebria”. (Ugo Piscopo) “Scorie, non altro che scorie, gli strimpellatori, consumatori di materie coloranti di oggi. Di tale armata di perditempo non fa parte Alfredo De Martino, che è bene inquadrato nella pittura napoletana, che è e sarà gloria dell’arte italiana. Al pittore De Martino il mio riconoscimento”. (Antonio Asturi) |