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Pubblicata in data 19 Aprile 2006 Pittori a Portici nel '900: Goffredo Godi Goffredo Godi. (Omignano, 1920). Dal 1971 vive a Roma. Per tanto tempo è vissuto tra Portici, Ercolano e Napoli, dove si diplomò all'Accademia delle Belle Arti, allievo di Emilio Notte. Dal 1952 al 1979 ha insegnato discipline pittoriche nei Licei Artistici di Napoli e di Roma. Dal 1969 fa parte dell'Accademia Fiorentina delle Arti del Disegno. Ha allestito una trentina di mostre personali e ha esposto in quasi tutte le più importanti rassegne nazionali, tra le quali la Quadriennale di Roma. Godi aveva appena tredici anni quando vide Crisconio dipingere una veduta del Granatello; e da allora si votò ai colori. Il suo primo paesaggio è del 1934. L'anno dopo fu iscritto dalla famiglia alla Scuola d'incisione su Corallo “Maria Josè del Belgio”; a Torre del Greco, dove ebbe per maestro Giuseppe Palomba, che era stato uno degli allievi prediletti di Cammarano. Prima ancora di compiere vent'anni Godi fu chiamato alle armi e allo scoppio della guerra era sul fronte occidentale. Successivamente fu destinato al fronte greco-albanese; e quindi nuovamente al fronte occidentale; finchè nel settembre 1943 fu fatto prigioniero dai tedeschi. La prigionia durò due anni, a Limburgo, nel Lager 12 A. Nell'autunno del 1945 tornò a casa, a Ercolano; nel 1946 si iscrisse al corso di pittura di Emilio Notte all'Accademia di Napoli, legandosi di ammirata amicizia soprattutto con un compagno: Armando De Stefano. Nel '50 si diplomò e nel '52 cominciò l'insegnamento nel Liceo Artistico, assistente di Domenico Spinosa. Da quegli anni frequentò alcuni dei più distinti artisti presenti a Napoli: il suo maestro Notte e poi Brancaccio, Ciardo, Giarrizzo, Corrado Russo, Spinosa, De Stefano, Lippi, Colucci Tatafiore, Pisani, Di Ruggiero, Alfano, Eduardo Palumbo, Ruotolo, Mennella, Amoroso, Perez, Barisani, Cecola, Venditti e De Vincenzo. Goffredo Godi, anche sotto le armi, persino nel campo di prigionia, non smise mai di dipingere, o disegnare. Nella sua pittura c'è un brevissimo, giovanile entusiasmo per gli esponenti del Secondo Futurismo, che gli derivò da un'esposizione viaggiante giunta nel '37 fino ad Ercolano. E c'è una discreta sperimentazione astratta nella metà degli anni Settanta. Ma in realtà Godi, dall'adolescenza a oggi, non si è mai staccato da quella che è la sua grande fonte di ispirazione: il paesaggio. |