Pubblicata in data 16 Gennaio 2006

Francesco Paolo Michetti

Francesco Paolo Michetti. (Tocco Casauria, 1851 – Francavilla, 1929). Grazie ad una pensione concessagli dal Consiglio Provinciale di Chieti, poté trasferirsi a Napoli. Provò ad iscriversi all’Istituto di Belle Arti ma lo Smargiassi non ne consentì l’ammissione, ciò nonostante il Michetti prese a frequentare l’Istituto di nascosto, fu notato da Dalbono, che lo raccomandò ottenendo così l’iscrizione ai corsi regolari nel 1868; ebbe per maestri lo stesso Smargiassi, Morelli e Palizzi. Nel 1868 vinse il premio d’incoraggiamento. Al di fuori dell’Istituto iniziò a dipingere instancabilmente, soprattutto animali; e mentre dipingeva una gallina ipnotizzata, fu notato dalla contessa De La Feld e dalla principessa di Fondi che acquistò il dipinto. La sua pittura iniziò ad avere un certo successo, trovò nei fratelli Rotondo due affettuosi mecenati, vendette sue opere a galleristi napoletani e ai mercanti d’arte parigini. Legò molto con Mancini, Dalbono e Gemito. Espulso dall’Istituto nel 1870 fece ritorno in Abruzzo. L’anno dopo andò a Parigi e concluse un contratto con il mercante d’arte Reutlinger, nel 1872 e nel 1875 espose ai Salons parigini. Tra questi dipinti, La raccolta degli ulivi che fu riprodotta in incisione da Goupil. Nel 1875 presentò alla Promotrice di Napoli Pastorelle abruzzesi che fu pubblicato dall’Illustrazione italiana. A Portici conobbe Fortuny che sia pure marginalmente, influenzò la sua pittura. Nel 1877, alla Esposizione Nazionale a Napoli espose La processione del Corpus Domini che decretò il successo dell’artista anche in campo internazionale; con questo dipinto inizia la seconda fase della pittura michettiana: si passa dalla tematica rurale pastorale alla pittura di tradizioni e costumi della sua regione. Espose ancora, alla Esposizione Nazionale di Parigi, a Torino, a Milano e a Firenze. Nel 1883 espose a Roma Il voto, enorme tela che fu considerata scandalosa sia per il taglio della composizione che soprattutto per il crudo verismo della tematica, quest’opera segnò una svolta nella produzione dell’artista. Nel 1888 presentò quattro dipinti all’Internazionale di Vienna e ebbe l’incarico dal re Umberto di eseguire il ritratto suo e della Regina. Espose ancora all’Internazionale di Berlino ove fu premiato, alla Promotrice di Napoli, ancora a Berlino, a Venezia ove ottenne il primo premio e a Parigi premiato con la medaglia d’oro. Dopo il 1900 la produzione pittorica di Michetti si andò rarefacendo, prese parte solo a qualche esposizione a Venezia. Negli ultimi anni si dedicò alla scultura in terracotta e alla fotografia. Il Michetti fu Professore onorario dell’Istituto di Belle Arti di Napoli ed ebbe per molti anni, un sodalizio culturale con il poeta abruzzese Gabriele D’Annunzio che scriveva di lui: “Francesco Paolo Michetti è giunto nell’arte sua al culmine ultimo. Il linguaggio di cui dispone è uguale alla grandezza del suo sogno interiore”. (Pittori a Napoli nell'Ottocento)

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