Pubblicata in data 10 Ottobre 2005

Federico Rossano

Federico Rossano (Napoli, 1835 - 1912). Il padre Vincenzo, colonnello in pensione delle armate napoleoniche, lo voleva architetto e lo iscrisse alla scuola di Architettura della Reale Accademia di Belle Arti di Napoli ma Federico affascinato dalla pittura finì col disertare i corsi di architettura per frequentare quelli di pittura ed incoraggiato dal pittore Beniamino de Francesco, che lo ebbe come allievo di Disegno, e dal Gigante che gli acquistò anche delle tele, cambiò facoltà iscrivendosi al corso di Figura del Ruo. Questa sua scelta lo fece entrare in contrasto col padre. Il giovane risentì enormemente di questo conflitto familiare e ciò probabilmente contribuì alla formazione della sua vena pittorica sostanzialmente malinconica, paesaggi scarni e quasi sempre privi di personaggi, trattati con colori dalle tonalità grigio perlacee. Questo tipo di pittura non trovò riscontro né di pubblico né di critica se non in qualche avveduto collezionista, tanto che stretto dalle difficoltà economiche l’artista accettò l’invito di De Gregorio e lasciata l’Accademia si trasferì a Portici ove fu tra i fondatori della scuola di Resina; egli fu uno degli artisti più rappresentativi del movimento che proponeva un’arte senza orpelli e transazioni con una visione sentimentale della natura, intendendo il paesaggio come l’espressione di uno stato d’animo senza preoccupazioni scolastiche e commerciali usando il colore come unica espressione lirica. A Portici soggiornò per circa un ventennio. Partecipò alla Esposizione di Palermo; alla prima grande Esposizione di Firenze; alla Promotrice di Napoli il cui dipinto fu acquistato dal re Vittorio Emanuele II; alla Esposizione di Milano con quattro dipinti, due dei quali acquistati dal Re e dal Ministero della Pubblica Istruzione; alla Esposizione Universale di Vienna ove il dipinto fu premiato con la medaglia di II classe ed acquistato dal Goupil; al Salon parigino il quadro venne acquistato da George Petit uno dei maggiori mercanti d’arte dell’epoca; alla Promotrice di Napoli dal 1876 al 1911, a Torino, a Roma, a Londra ed infine a Venezia dal 1901 al 1903. Nel 1875 colpito dalla morte dell’amico De Gregorio e dalla disgregazione del gruppo di Portici, lusingato dal successo delle sue opere commercializzate a Parigi da Goupil e dal successo ottenuto in Francia dai suoi colleghi, accettando l’invito di De Nittis si trasferì a Parigi. Questo lungo periodo fu il più fecondo e felice, sposò la donna che gli fu fedele compagna fino alla fine, frequentò un ambiente che gli era congeniale, fu apprezzato dal pubblico e dalla critica. Col passare del tempo però le tendenze artistiche cambiarono e l’Impressionismo cominciò a trionfare soppiantando la vecchia pittura. Il Rossano, nel 1893 rientrò a Portici, ove però fu accolto dalla stessa indifferenza con la quale era partito, esaurite le sue economie fu costretto ad accettare, dal Morelli, l’insegnamento del Disegno presso il Suor Orsola Benincasa, scuola femminile. Ormai vecchio e malato pressato da ristrettezze economiche si spense nella sua abitazione a via Vittoria Colonna nel 1912. Suoi dipinti oltre che in numerose collezioni private si trovano nella Galleria d’Arte Moderna di Roma ed al Museo di San Martino di Napoli. L’opera di Rossano (al quale in vita non sempre arrise il successo) ottenne significativi riconoscimenti postumi, avendo egli interpretato il vero con sincerità, secondo il proprio temperamento poetico. (Pittori a Napoli nell'Ottocento)

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