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Pubblicata in data 26/09/2005 Marco De Gregorio Marco De Gregorio (Resina, 1829 - 1876) I primi rudimenti li ebbe frequentando la scuola degli Artieri, nel 1848 espose studi di scuola alla Mostra borbonica, successivamente si iscrisse al Real Istituto di Belle Arti ove fu allievo di Camillo Guerra. Nel 1858 si stabilì in un ambiente della villa Favorita a Portici. Fervente patriota nel 1860 partecipò all’impresa garibaldina prendendo parte alla battaglia sul Volturno. Dopo l’unità d’Italia, avverso sia all’accademismo che alla pittura romantica esaltata dal Morelli, che all’esasperato verismo palizziano, insieme a Federico Rossano e Giuseppe De Nittis fondò quella che fu chiamata la Scuola di Resina e sarcasticamente dal Morelli Repubblica di Portici. Questo movimento si proponeva di “esercitare un’arte indipendente, puramente verista e realista, tendente alla manifestazione semplice del vero nelle sue svariate forme, senza orpelli e transazioni”. La campagna vesuviana era la meta consueta di quotidiane escursioni pittoriche, nel corso delle quali il paesaggio veniva ritratto, o almeno abbozzato, dal vero, con spiccata accentuazione realistica: sintesi equilibrata tra la felice intuizione dei maestri di Posillipo e la rigorosa obiettività palizziana. Il movimento, il cui effettivo inizio è databile dal 1863, ebbe una vita intensa ma non lunga, infatti molti artisti come il Rossano ed il De Nittis, si trasferirono a Parigi e dopo non molti anni, nel 1876 morì lo stesso De Gregorio. L’artista partecipò costantemente alla Promotrice napoletana dal 1862 al 1876. Nel 1868 si recò in Egitto e vi soggiornò tre anni, qui su commissione del Viceré decorò il sipario del teatro del Cairo e gli fu offerto di rimanere come direttore della scenografia, nonostante la sua assenza fu sempre presente alla Promotrice, rappresentato dal Rossano. Nel 1872 fu a Firenze indi a Parigi. In Francia conobbe i mercanti Pisani e Goupil e per quest’ultimo realizzò parecchi dipinti di soggetto orientale. Nel 1873 realizzò parecchie opere tra le più significative della sua produzione: Mercato arabo, dipinto custodito presso la Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Strada di Resina, La Favorita a Portici, ecc. Alcune sue opere sono attualmente custodite presso la pinacoteca di Capodimonte. Gli amici, che vollero protestare contro il suo destino, scrissero sulla tomba nel cimitero di Napoli: “qui giace Marco De Gregorio, pittore, che fu vittima del lavoro e della povertà”. (Pittori a Napoli nell'Ottocento) |