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Pubblicata in data 06/09/2005 Breve storia di Portici Dopo l'eruzione del 79 d.C. le città di Pompei, Ercolano, non furono ricostruite. L'imperatore Tito, vista l'entità dei danni, dichiarò l'impossibilità di ricostruire le città. I loro territori furono inglobati dalla vicina Napoli. Solo quando il Ducato di Napoli acquistò un'effettiva autonomia e fu in grado di assicurare una certa protezione si dovette cominciare a bonificare le zone più vicine alla città occupate nel frattempo da una fitta vegetazione boscosa. Il lavoro di bonifica non dovette essere facile e solo lentamente si dovettero riconquistare le falde del Vesuvio all'agricoltura. È in questo quadro approssimativo che va inserita l'origine di Portici. La città è citata per la prima volta in un documento dell'anno 968 riguardante l'acquisto di un fondo ivi ubicato. Il nome “Portici”, dovrebbe derivare da Portico-Porticus che in latino significa recinto per animali. In alcuni documenti Portici, infatti, e' chiamata Portico nel 1126, Porticus nel 1271. Fino al 1418 non si registrano avvenimenti salienti, in quell'anno la regina Giovanna II aggregò San Giorgio, Portici, Resina, e Torre del Greco in un feudo e per 2000 ducati lo cedette a ser Gianni Caracciolo. Nel 1535 soggiornò a Portici nella villa di Bernardino Martirano (attuale villa Nava) l'imperatore Carlo V nella attesa di entrare a Napoli dove si preparava il suo ingresso trionfale. Durante la sua permanenza l'imperatore concesse 1'esenzione della gabella sulla frutta che i porticesi dovevano versare per vendere i loro prodotti a Napoli. Nel 600 oltre al riscatto feudale avvenuto nel 1699 altri due episodi segnano la storia della città. Nel 1627 Portici allora dipendente dalla parrocchia di Resina poté istituirne una propria intitolata alla Madonna delle Grazie. Per la sua edificazione fu scelto l'attuale largo Croce allora centro del casale. La chiesa era ancora incompiuta quando nel dicembre del 1631 l'eruzione del Vesuvio la distrusse insieme ai luoghi vicini. Nel 1711 il principe D'Elbeouf iniziava al Granatello la costruzione della sua villa, in questa occasione fu cavato un pozzo per l'estrazione di tufo nella vicina Resina favorendo così casualmente la scoperta di Ercolano. Fu probabilmente la vicinanza con le zone archeologiche di Pompei ed Ercolano ad indurre Carlo di Borbone nel 1738 ad edificare la Reggia. Il nuovo edificio fu ornato di reperti archeologici e vi fu collocato il museo Ercolanese per ospitare le antichità rinvenute nelle vicinanze. Questa istituzione richiamò a Portici visitatori illustri quali Winkelman, Goethe, Casanova. Con la costruzione della Reggia, Portici diveniva Sito Reale, ciò comportava l'esenzione fiscale degli immobili che favorì quindi la costruzione di nuove dimore. Nel 1763 Napoli fu colpita da una pestilenza, secondo la leggenda fu in quella occasione che San Ciro fu invocato come patrono, l'investitura solenne si ebbe nel 1776. Nel 1799 Portici fu teatro di una delle ultime battaglie per la difesa della Repubblica Partenopea. Testimone dell'episodio fu il parroco Nocerino, autore della prima opera su Portici, il quale registrò quegli avvenimenti nei registri parrocchiali, e assicurò la sepoltura ai caduti di entrambe le parti senza distinzioni. L'800 con i suoi rivolgimenti non portò grandi modifiche se non quelle dovute al progresso. Infatti, nel 1839 fu inaugurata la prima ferrovia italiana per permettere ai sovrani di raggiungere più comodamente la Reggia. Il passaggio ai Savoia almeno a Portici avvenne senza grossi danni, mettendo a capo dell'amministrazione cittadina esponenti del partito antiborbonico. Con l'avvento del 900 le vicende sono legate a quelle di Napoli e dell'Italia. Gli anni 50 e 60 portarono la speculazione edilizia che oltre a deturpare il paesaggio, ha provocato seri danni di carattere urbanistico di difficile soluzione, quali viabilità e servizi. |