27 Aprile 2010

Breve storia sul 600 napoletano

L'arte napoletana assume una propria identità artistica nel Seicento con alcuni importanti pittori che si fanno eredi della lezione del Caravaggio, che proprio a Napoli tra il 1607 e il 1610 soggiorna e sviluppa la sua arte. Primo fra tutti fu Carlo Sellitto, definito il primo caravaggesco napoletano: sue opere si trovano in diverse chiese della città e al Museo di Capodimonte. Fu il ritrattista più ricercato tra i membri dell'aristocrazia partenopea. Morì a soli 33 anni. Ad essere maggiormente influenzato da Caravaggio è Battistello Caracciolo. Egli esprime appieno la grande rivoluzione caravaggesca delle tonalità della luce e dell'uso dell'ombra, abbandonando però gradualmente il realismo del maestro e avvicinandosi a modelli idealizzati classicisti: suoi sono gli affreschi nella Certosa di San Martino. Jusepe de Ribera, detto lo "Spagnoletto", nato a Valencia giunse a Napoli nel 1616. La sua arte è violentemente realistica, accentuando Caravaggio anche nelle forti ombre in cui sono immersi i personaggi. Solo dopo l'incontro con Velàzquez, la pittura dello Spagnoletto diventa più chiara e colorata, attirando l'attenzione del re di Spagna che gli commissiona delle tele. "Patriarchi e Profeti" e "Comunione degli Apostoli", si trovano a San Martino. Influenzato dal de Ribera e formatosi con Battistello Caracciolo fu poi Massimo Stanzione, affrescatore della volta del Gesù Nuovo e di San Martino e le cui "Storie del Battista" si trovano al Prado. Da citare è poi Aniello Falcone, le cui opere sono al Duomo, al Gesù Nuovo e al Museo di Capodimonte: nella sua bottega si formarono Micco Spadaro e Salvator Rosa. La pittura di Micco Spadaro, il cui vero nome era Domenico Gargiulo, è nota per due diversi 'cicli tematici': il primo è quello dei paesaggi e delle vedute architettoniche, l'altro è quello della rappresentazione di eventi contemporanei, tra cui la "Rivolta di Masaniello del 1647" ed "Eruzione del Vesuvio del 1631". Salvator Rosa, attivo anche a Roma e Firenze, grande innovatore con una personalità poliedrica, abbandonò il barocco e la pittura di genere per dedicarsi alle tematiche più disparate, dalle battaglie all'arte sacra fino alla produzione di paesaggi selvaggi e fantastici di gusto quasi romantico. Da citare Bernardo Cavallino, autore di tele religiose di gusto profano di grande luminosità e colore molte delle quali esposte a Capodimonte. Nell'ultima parte del Seicento dominano Mattia Preti e Luca Giordano. Il Preti, detto Cavalier calabrese esegue pitture votive sulle porte della città dopo la peste del 1656-1657 affrescando poi la chiesa di San Pietro a Maiella. Di Luca Giordano si è detto che abbia superato definitivamente la tradizione del barocco seicentesco inaugurando l'arte del secolo successivo con i suoi vivaci colori. I suoi affreschi al palazzo Medici a Firenze sono tra le opere più note di questo artista esposto a Madrid, Vienna ed altre parti d'Italia e che a Napoli ha affrescato tra l’altro la cappella del tesoro di San Martino.

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3 Aprile 2009

GIOVANNI RICCIARDI: TUTTO NEL NUOVO TUTTO DI NUOVO

Domus Artis è lieta di presentare Tutto nel nuovo – Tutto di Nuovo, esposizione personale del pittore napoletano Giovanni Ricciardi, con il patrocinio della regione Campania, della Provincia di Napoli e del Comune di Napoli. In mostra circa cinquanta opere che ricostruiscono, nella Sala delle Terrazze di Castel dell'Ovo, l'articolato percorso del giovane artista. Partito da una formazione accademica, Ricciardi ha sviluppato un linguaggio personale e ricercato, fondato sull'eleganza del segno grafico e sul senso del colore, che dai toni profondi e dalle larghe campiture delle prime opere giunge a cromie accese e brillanti di significativa tendenza pop. La sua attitudine alla sperimentazione lo ha condotto a una originale contaminazione di tecniche e materie, evidente soprattutto nei dipinti in cui la tradizionale esecuzione ad olio si combina con elementi eterogenei come vetro, merletto, proiettili e sagome di metallo. Una ricerca artistica tesa al senso profondo della realtà e degli oggetti, sottolineata dalle opere della serie Bit in cui gli elementi naturali, spesso animati da tinte vivaci e insolite, sono percorsi da inquietanti vuoti. La mostra sarà introdotta da una performance dell'artista. La mostra sarà visitabile dal 16 al 29 aprile 2009 dal lunedì al sabato ore 10,30 – 18,00, domenica ore 10,30 – 14,00.

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